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Quando parliamo di “left of boom” o “right of boom” ci riferiamo ad un concetto che all’apparenza può sembrare superficiale. Invece, è un potente strumento che offre la possibilità di analizzare i conflitti di sicurezza sia da un punto di vista offensivo che da uno difensivo. In una ipotetica linea temporale di un attacco, ciò che si trova alla sua sinistra (left of boom) si riferisce a quello che accade prima. Analogamente, ciò che sta alla destra, è quello che avviene dopo.
Nel linguaggio comune molto spesso anziché “boom” si utilizza il termine “bang”, ma il significato resta comunque invariato. Si tratta, in sostanza, dell’evento stesso intorno al quale si analizza il periodo precedente e successivo.
Quindi, “left of boom” è l’insieme di eventi che si verificano prima dell’attacco. “Right of boom”, invece, è l’insieme di eventi che seguono il “boom”. Questa è la differenza sostanziale tra i due termini. Se le azioni difensive riescono a rilevare gli eventi nel periodo “left of boom”, è possibile trovare e adottare soluzioni per prevedere quando accadrà il “boom”.

Per una persona inesperta nell’ambito della sicurezza informatica, questi concetti riguardanti la linea temporale di un attacco informatico potrebbero non essere nemmeno presi in considerazione, per questo motivo molte aziende preferiscono avvalersi di un SOCaaS.
Left of Boom
Un buon penetration tester riesce a rilevare alcuni eventi di tipo “left of boom”, ma spesso si tralascia la raccolta di informazioni sulle minacce. Certe volte non è in grado di distinguere tra loro concetti come “ingegneria della sicurezza, scoperta e risoluzione delle vulnerabilità” da un “controllo di prevenzione automatizzato”.
Non esiste in realtà un vero strumento valido di prevenzione, più che altro i controlli di sicurezza sono controlli di rilevamento. Alcuni di questi controlli integrano dei meccanismi di risposta automatizzati che impediscono il susseguirsi di spiacevoli eventi.
Un’applicazione web che previene attacchi di tipo XSS o SQLI è davvero utile per rilevare input non validi e risponde scartando il contenuto prima che l’iniezione possa verificarsi.
Un firewall progettato per bloccare le porte rileva semplicemente il traffico indesiderato in relazione al protocollo usato per la connessione e al numero della porta verso la quale si desidera accedere, interrompendo e reimpostando la richiesta di connessione.
Questi esempi si legano bene al concetto di “right of boom”. I controlli di prevenzione rilevano il “boom”, l’evento, e rispondono immediatamente arginando i possibili danni. “Left of boom” e “right of boom” sono così vicini nella linea temporale che sono difficilmente distinguibili, fino a quando non si esegue un’analisi accurata degli eventi.
Questo è uno dei motivi per cui i professionisti, nell’ambito della sicurezza informatica, amano i controlli di prevenzione. Lavorano rapidamente per correggere gli errori prima che gli hacker riescano a raggiungere i loro obbiettivi, limitando i danni.
Un SOCaaS in questi casi è una delle soluzioni migliori da adottare per proteggere l’integrità di un sistema informatico.
Right of Boom
Generalmente minore è la distanza tra “right of boom” e il tempo di risposta ad una minaccia, minori sono le conseguenze provocate da un eventuale attacco informatico. Ovviamente questa è solo una considerazione logica, non vale come regola assoluta.
Per alcune violazioni, la linea temporale tra l’evento e l’eliminazione completa della minaccia è discutibile, poiché il rilevamento è avvenuto dopo che l’hacker ha raggiunto il suo obbiettivo. Se gli hacker riescono ad infiltrarsi nel sistema ma vengono fermati in tempo, non arrecando nessun danno all’infrastruttura. In questo secondo caso, quindi, non c’è il “boom” di cui stiamo parlando.
Un esempio di right of boom
Per spiegare meglio il concetto di “right of boom” potremmo prendere come esempio un comune “malware”. I malware generalmente vengono sviluppati per attaccare in massa molti dispositivi, senza tanta discrezione. Con “right of boom” ci riferiamo a quel periodo di tempo che è passato da quando è avvenuta l’infezione da parte del malware.
Se hai letto gli altri articoli pubblicati da noi avrai appreso come gli hacker utilizzano queste tipologie di infezioni allo scopo di raccogliere informazioni sensibili, che vengono rivendute ad un terzo soggetto. Se il “right of boom” è più breve del tempo che l’hacker impiega per vendere queste informazioni, il danno può essere contenuto.
I migliori sistemi di sicurezza riescono ad accorciare il tempo “right of boom” riuscendo a raccogliere informazioni sugli attaccanti nel “left of boom”. Ci si può riuscire implementando delle contromisure in base al modello di minaccia. Questi strumenti permettono di scansionare intere infrastrutture, osservando i nuovi indicatori di minaccia giorni o addirittura settimane prima che gli attacchi si distribuiscano.
Come abbiamo visto anche in altri articoli, non sempre gli attacchi si svolgono in breve tempo. È, anzi, più probabile che gli hacker coinvolti agiscano in un primo, lento, periodo solo per raccogliere le informazioni necessario per sferrare l’attacco. Nel periodo “right of boom”, tornano utili strumenti come la cyber threat intelligence e un team di threat hunting.

Perché sono importanti i concetti “Right e Left of boom”
Se ci mettessimo nell’ottica dell’hacker, il concetto di “right of boom” e di “left of boom” può aiutare a decidere quale schema d’azione sia meglio intraprendere.
Supponiamo il caso in cui un hacker abbia a disposizione due metodi per potersi introdurre in un sistema informatico. Se uno dei due metodi potrebbe venire rilevato nel periodo “left of boom”, invece l’altro nel “right of boom”, è ovvio che l’hacker preferirà il secondo. Infatti, questo garantirebbe maggiori probabilità di successo dell’attacco.
Analogamente, tra due metodi che possono essere rilevati “right of boom” si sceglie quello che ha più possibilità di venir scoperto in ritardo. Più tempo passa dal boom alla rilevazione, maggiori sono le probabilità di successo. Questo tipo di ragionamento è importante per determinare quale tattica ha una linea temporale più ampia.
Ragionare in quest’ottica non è affatto semplice, richiede delle conoscenze avanzate da parte dell’esperto di sicurezza. Richiede inoltre il dover prendere in considerazione tutte quelle ipotesi che potrebbero potenzialmente determinare il successo dell’hacker.
Velocità
Un hacker è in grado di riuscire a prevedere se, utilizzando determinate tattiche, riuscirebbe a raggiungere l’obbiettivo più velocemente rispetto all’esperto che cerca di rilevare gli attacchi. Il “boom” è il primo contatto, nell’insieme delle tattiche d’intrusione utilizzate per accedere illegalmente ad un sistema informatico. Le rimanenti tattiche si collocano prima e dopo di esso.
Velocità e furtività solitamente si annullano a vicenda. Infatti, molto spesso si può essere più veloci sacrificando parte della furtività.
Velocità e furtività non vanno molto d’accordo quando parliamo di attacchi informatici. Essere furtivi, evitando di lasciare tracce, richiede più attenzione e quindi inevitabilmente anche più tempo. Tuttavia se lo scopo di un hacker non è un singolo obbiettivo ma una serie di più obbiettivi, l’essere veloci può rivelarsi efficace.
Per difendersi dagli attacchi, è possibile raccogliere gli indicatori di compromissione (IOC) per rimediare alle vulnerabilità presenti e per introdurre nuovi controlli di rilevamento, rendendo più sicuro il sistema informatico.
Conclusioni
È importante conoscere il concetto di linea temporale degli attacchi e abbiamo visto come i concetti di “left of boom” e “right of boom” influenzino i meccanismi di risposta alle minacce di intrusione.
I concetti che abbiamo visto in questo articolo, nonostante non aggiungano niente di concreto alle tecniche di difesa o di attacco di un sistema, offrono un punto di vista. Nella continua lotta tra hacker e operatori di sicurezza, avere una strategia vincente significa non solo disporre di strumenti efficienti, ma anche pianificare in modo dettagliato ogni dettaglio, prima e dopo gli attacchi.
Per sapere come un SOCaaS può aiutarti a monitorare l’infrastruttura aziendale e cogliere gli indizi “left of boom”, non esitare a contattarci, sapremo rispondere a ogni domanda e ti offriremo una soluzione per la tua azienda.
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In un altro articolo abbiamo già parlato della Cyber Threat Intelligence spiegando cos’è, come funziona e le sue varie tipologie. Oggi, invece, ci focalizzeremo più sull’importanza della Cyber Threat Intelligence, approfondendo come può essere utile alle aziende per fornire risposte in ambito di sicurezza, contenendo i rischi e fornendo informazioni che supportino la risposta agli incidenti.
L’importanza della Cyber Threat Intelligence
In un mondo in cui le tecnologie e le minacce informatiche sono sempre in continua evoluzione, un’azienda non può permettersi di trascurare l’importanza della Cyber Threat Intelligence. Ogni giorno sul web avvengono innumerevoli attacchi informatici e furti di dati a danno di aziende e privati. Queste grandi quantità di informazioni, vengono poi catalogate e vendute illegalmente sul Dark Web.
Gli hacker sono soliti vendere informazioni in questa parte del web perché garantisce loro l’anonimato. Infatti, a differenza del web tradizionale, per poter accedere a questi luoghi virtuali, bisogna utilizzare un browser che mascheri il proprio indirizzo IP. Questo complica le attività di tracciamento dei criminali da parte delle autorità e rende il dark web un posto completamente anonimo.
Uno degli obbiettivi che si pone la CTI è quello di monitorare le informazioni presenti in questa grande parte del web a scopo analitico. Il fine è quello di prevenire e arginare i danni che questi dati potrebbero provocare.
Monitorare il Dark Web e il Deep Web

Spesso, quando parliamo di Deep Web e di Dark Web, pensiamo che siano presenti solo ed esclusivamente attività illegali, ma non è corretto. Ci sono anche forum, blog e siti web che hanno il fine di divulgare informazioni difficilmente reperibili sul web tradizionale.
Purtroppo però, è anche vero che i criminali sfruttano questa sezione della rete per vendere ogni genere di informazione. Queste comprendono numeri di telefono, indirizzi email, dati bancari, documenti, passaporti, credenziali d’accesso amministrative di siti web. C’è praticamente di tutto.
Questo genere di informazioni, nelle mani di un malintenzionato (o di un competitor), potrebbe compromettere l’integrità di un’intera azienda, dei suoi dipendenti e dei suoi clienti. Le conseguenze provocate da una violazione di dati, potrebbero inoltre manifestarsi anche sotto forma di danni alla reputazione dell’azienda.
Quando un cliente fornisce ad un’azienda i suoi dati personali si aspetta che vengano trattati con il massimo rispetto. I clienti potrebbero sentirsi “traditi” dall’azienda che avrebbe dovuto garantire loro la sicurezza delle proprie informazioni personali.
Un esempio clamoroso è stato il furto di dati avvenuto nel 2019 ai danni di Facebook Inc. (Fonte)
Ben 533 milioni di dati personali appartenenti agli utilizzatori della piattaforma sono stati sottratti, suddivisi per 106 paesi e diffusi gratuitamente sul web portando nuovamente la società al centro di polemiche.

Le aziende che cercano di proteggere i dati dei propri clienti, fornitori e dipendenti investono in strumenti di analisi e monitoraggio.
Affidandosi a dei professionisti, è possibile ricevere tempestivamente un avviso ogni qualvolta che un’informazione sensibile viene pubblicata su un forum o su un sito web presente nel Dark Web. Per questo l’importanza della Cyber Threat Intelligence gioca un ruolo chiave nel ramo della sicurezza informatica aziendale.
Monitorare il Dark Web dunque, significa avere la possibilità di poter rilevare tempestivamente eventuali informazioni sensibili prima che esse possano causare problemi alle aziende.

Strumenti per monitorare il Dark Web
Essendo una porzione di internet difficilmente accessibile e non indicizzata dai motori di ricerca, analizzare e monitorare le risorse presenti sul Deep Web diventa più complicato. Per questo motivo ci vengono in aiuto diversi strumenti progettati con lo scopo di semplificare il processo di indagine e analisi.
Un software che potrebbe essere d’aiuto durante un’attività d’investigazione è Onionscan, un programma Open Source completamente gratuito.
Il progetto Onionscan e la CTI
Il progetto Onionscan si pone due obiettivi:
– Aiutare gli operatori a trovare e risolvere problemi di sicurezza operativa
– Aiutare i ricercatori a monitorare e tracciare i siti presenti nel Deep Web
Il software è scaricabile sulla pagina Github dedicata, contenente anche una guida per l’installazione e una lista delle dipendenze necessarie per eseguire il software.
Una volta installato, per poterlo utilizzare basta semplicemente digitare nella riga di comando:
onionscan nomesitowebdascansionare.onion
Certamente, il solo accesso a uno strumento come questo non basta a fornire una copertura efficace. Infatti, l’importanza della Cyber Threat Intelligence risiede in gran parte nel saper effettuare le ricerche e interpretare i dati.
Conclusioni
Abbiamo visto cos’è e come funziona un’attività di monitoring del Dark Web e soprattutto abbiamo iniziato a comprendere l’importanza della Cyber Threat Intelligence.
Investire in queste soluzioni garantisce un’ulteriore sicurezza all’azienda. Mettere al sicuro i dati dei propri clienti e dei propri dipendenti non può essere un optional, ogni azienda dovrebbe essere sensibile a queste tematiche ed investire le proprie risorse per prevenire spiacevoli situazioni.
SOD offre un servizio apposito che si prefigge proprio di fornire informazioni di CTI preziose per la difesa proattiva e la risoluzione di criticità prima che diventino dei veri problemi.
Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti non esitare a contattarci, siamo pronti a rispondere ad ogni tua domanda.
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threat intelligence data provides companies with relevant and timely insights they need to understand, predict, detect and respond to cybersecurity threats . Threat intelligence solutions collect, filter and analyze large volumes of raw data related to existing or emerging sources of threats. The result is threat intelligence feeds and management reports. Data scientists and security teams use these feeds and reports to develop a targeted incident response program for specific attacks .
Everyone from fraud prevention to security operations to risk analysis benefits from threat intelligence . Threat intelligence software provides interactive, real-time views of threat and vulnerability data.
The advantage offered to security analysts and experts is obvious and serves to easily and quickly identify threat actor patterns . Understanding the source and target of attacks helps business leaders put in place effective defenses to mitigate risks and protect themselves from activities that could negatively impact the business.
cyber threat intelligence can be classified as strategic, tactical or operational. Strategic concerns the capabilities and general intent of cyber attacks . Consequently also the development of informed strategies associated with the fight against long-term threats. That Tactic is about the techniques and procedures that attackers might use in day-to-day operations. Finally, threat intelligence Operational provides highly technical forensic information regarding a specific attack campaign.

The threat intelligence cycle
Threat Intelligence Solutions collect raw data on actors and threats from various sources. This data is then analyzed and filtered to produce feed and management reports that contain information that can be used in automated security control solutions . The main purpose of this type of security is to keep organizations informed about the risks of advanced persistent threats, zero- day and exploits, and how to protect yourself from them.
The Cyber Threat Intelligence Cycle consists of the following stages.
Planning: The data requirements must first be defined.
Collection: Collect large amounts of raw data from internal and external threat intelligence sources.
Processing: Raw data is filtered, categorized and organized.
Analytics: This process transforms raw data into streams of threat intelligence using structured analytics techniques in real time and helps analysts identify Indicators of Compromise (IOC). < / p>
Dissemination: Analysis results are immediately shared with cybersecurity professionals and threat intelligence analysts.
Feedback: If all questions are answered, the cycle is over. If there are new requirements, the cycle starts over from the planning phase.
Common indicators of impairment
Enterprises are under increasing pressure to manage security vulnerabilities, and the threat landscape is ever-changing. threat intelligence feeds can help with this process identifying common indicators of compromise (IOC) . Not only that, they can also recommend the necessary steps to prevent attacks and infections. Some of the more common indicators of compromise include:
IP addresses, URLs and domain names: An example would be malware targeting an internal host that is communicating with a known threat actor.
Email addresses, email subject, links and attachments: An example would be a phishing attempt which relies on an unsuspecting user clicking on a link or attachment and initiating a malicious command.
Registry keys, file names and hashes of files and DLLs: An example would be an attack from an external host that has already been reported for nefarious behavior or is already infected.

Which tools for threat intelligence
The growing increase in malware and cyber threats has led to an abundance of threat intelligence tools that provide valuable information to protect businesses.
These tools come in the form of both open source and proprietary platforms. These provide a variety of cyber threat defense capabilities, such as automated risk analysis , private data collection , threat intelligence quick search tools, reporting and sharing this information among multiple users, curated alerts, vulnerability risk analysis, dark web monitoring, automated risk mitigation, threat hunting and much more.
We talked about one of these tools in a other article : the Miter Att & amp; ck . This is a very useful tool for learning about hacker attack techniques and behaviors. This is thanks to the information gathered by threat intelligence and the consequent sharing. A framework like this is very efficient for creating defensive mechanisms that make it possible to secure corporate infrastructures.
Artificial intelligence and threat intelligence
As we saw earlier, gathering information from various sources is just one of the steps. These must then be analyzed and subsequently processed into control protocols, to be really useful for security.
For this type of work of analysis, definition of baseline behaviors and data control, we are increasingly relying on artificial intelligence and deep learning. A Next Generation SIEM , flanked by a UEBA solution are perfect for this type of protection.
The control of the behavior of entities within the perimeter carried out by the UEBA is able to identify any suspicious behavior, based on the information collected and analyzed by the SIEM.
Conclusions
The defenses we have named are the primary value of a corporate security plan. Adopting specific solutions, implementing threat intelligence and therefore an active search for threat indicators, offers a strategic advantage. The company can take a step ahead of criminals, who can only leverage the surprise effect against their victims. Precisely for this general situation, every company should be in a position not to be caught by the off guard. Implementing proactive solutions is now necessary.
The threat intelligence is therefore a defense weapon behind which to protect the most important resources in order to work in peace.
If you want to know how we can help you with our security services, do not hesitate to contact us, we will be happy to answer any questions.
Useful links:
Useful links:
Cyber Threat Intelligence (CTI) – greater effectiveness for IT security
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